Lo spettacolo denuncia l'orrore della discriminazione e della persecuzione in senso universale. La vicenda narrata è ambientata alla fine degli anni '30 in un probabile paese della provincia italiana, quindi ha un riferimento storico ben preciso; tuttavia, non si tratta di uno spettacolo sulla Shoah o sulle deportazioni - in scena non si parla mai di campi di concentramento, gas, sangue. La storia di Saul, piena di passione e speranza, vuole essere un inno alla vita, un monito a valorizzare l'esistenza nel rispetto di coloro a cui è stata strappata senza motivo.
Selezionato alla VIII edizione di InScena! Italian Theater Festival di New York e al Roma Fringe Festival 2020.
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