Margherita è un’attrice, ma anche una dottoressa. Il soggetto di questo monologo nasce dai suoi pensieri sparsi generati dall’apparente contraddizione e inconciliabilità tra le due professioni che prevedono entrambe vocazioni estreme. Vocazioni così agli antipodi da far presumere una lacerazione inevitabile; e invece esse si fondono in questo lavoro, offrendosi come supporto l’una all’altra. L’attrice ruba tratti, esperienze, dolori, sogni all’altra (il medico), li trasforma e crea un altro personaggio, un’altra dottoressa, un alter ego genio della medicina, e l’altra (l’attrice), le offre il corpo e se ne fa interprete.
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