con Alexine Dayné
drammaturgia e regia Andrea Damarco
riprese Michel Domaine
testi a cura di Andrea Damarco e Alexine Dayné
luci Andrea Damarco
foto di scena Fabio Dibello
coproduzione Replicante teatro/framedivision
Io non so di viaggi, non so di mare / Non so di avventure, di eroi, di guerre, di terre lontane. / Neanche vicine. / Però so aspettare.
Uno spettacolo scaturito da un progetto iniziato nel 2022 partendo dall’Ulisse di Joyce per ritornare ad Omero e, per soffermarsi su Penelope, figura che nell’opera originale traspare poco e per intravedere il suo stare nel mondo. E’ una donna che attende il proprio uomo. E grazie all’immaginazione anche lei non rimane ferma, compie il suo viaggio che non ha potuto fare.
E' una sorta di canto per una Penelope impigliata nel limbo di un’attesa irrisolvibile.
Penelope sceglie di non morire cristallizzandosi nell’immobilità di quell’irrisolvibile condizione, e crea la propria odissea.
Otto quadri, otto tele, otto donne diverse, scaturite da una stessa matrice, vengono ricamate e tessute con la luce su un tulle che si fa telaio e schermo insieme.
Si fa barriera e superficie su cui inventare una storia; e darle vita. Si fa luogo in cui il sogno diventa reale. E il reale si addormenta per lasciare posto al sogno.
Una Penelope sdoppiata, dunque: una, in carne e ossa, osserva l’orizzonte del mare e sceglie di dormire; l’altra, come un ologramma, si solleva dalla spiaggia, da quel torpore simile alla morte, e osa frequentare il cielo di sopra, e vive.
Un monologo che consente all’attrice di farsi Penelope capace di interagire con l’immagine di sé, di reinventarla, di farla immagine concreta che sfida, e risolve, la sorte che le era stata destinata.
L'evento fa parte della programmazione di "Giacosa Restart", realizzata con il supporto della Fondazione Compagnia di San Paolo e il contributo di CVA SpA.
Per saperne di più, visita il sito www.teatrogiacosa.vda.it