Mobbing Dick è uno spettacolo brillante dall’ironia graffiante. Fra gags e travestimenti si rappresenta la condizione degli artisti, in particolare delle artiste donne, nel mondo dello show business.
È il caso di un’attrice che si presenta a un’audizione per uno spettacolo teatrale sull’Eros. Sbarcata al provino con un baule pieno di personaggi femminili shakespeareani, si imbatte in un Maestro ben diverso da come se lo immaginava. Un regista pochissimo interessato alle sue qualità artistiche e le cui derive filosofiche ritornano eternalmente "all'origine della vita".
I due non si capiscono, hanno linguaggi e immaginari diversi, e i loro malintesi generano un succedersi di momenti dalla comicità esilarante e surreale, che ripropongono, in forma rapsodica, le mille facce di una realtà non certo ignota ma, ancora oggi, garbatamente taciuta e rimossa.
Exit l'erotismo dei versi, l'orgasmo tramite l'estetica, i vari modi di dire il desiderio in scena.
Nella pièce si sovrappongono una trama principale ed una secondaria. Alla cornice drammaturgica dell’audizione -riflessione tragicomica sul mondo delle audizioni e dello star system- si sovrappone un viaggio nell’Eros attraverso alcuni personaggi femminili delle opere di William Shakespeare: Isabella di Misura per Misura, Titania del Sogno di una notte di mezza estate, Cleopatra e l’eroina di Lucrezia Violata. Donne folli per le loro passioni, testarde, capaci di incredibile dedizione, di un'ammirazione sconfinata. Donne regine. Un girotondo femminile e fantastico, una galleria di personaggi, caratteri e passioni di sconcertante attualità. Donne, così come la provinata, accomunate da un un destino scritto dalle loro passioni, dal loro rapporto con il demone di Eros.
Così, nelle tristi vessazioni di un’attrice, animula alla mercè del sistema, si perpetuano e riflettono anche quelle storicamente subite dalle donne. Una riflessione sul desiderio, sull’eros, e sul fare teatro. Perché tante donne shakespeareane sono così sciagurate? Che cosa accomuna il loro destino a quello di una fra le tante attrici che affronta, piena di speranze e illusioni, un’audizione alla ricerca di un Maestro?
Per sfuggire alle richieste del regista, l’attrice individua quale unica via d’uscita una full immersion nel suo mondo, quello del teatro e dell’attorialità allo stato puro, una personale ricetta per esorcizzare la dinamica del volere e del potere a tutti i costi.
Ai versi di Shakespeare è affidato l’ultimo e insostituibile potere salvifico: al di là della scena e degli orpelli del teatro, la parola. E la sua eco.
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