La “Francesca da Rimini” di Antonio Petito è tra le farse più esilaranti che il panorama drammaturgico napoletano, ancora oggi, può offrire. Quella del Petito non è l’unica parodia che si ispira all’omonima tragedia scritta da Silvio Pellico. E’ presente anche un’altra, scritta da Scarpetta. I motivi e le ragioni che spinsero quest’ultimo ad elaborare una nuova parodia ispirata a “La Francesca da Rimini”.
Lo spettacolo che presentiamo è il risultato della fusione di queste due commedie. Fusione che vede prevalere la versione Petitiana nel prologo e quella Scarpettiana nella seconda parte, quella dedicata alla parodia vera e propria. Nel nostro allestimento, si è anche trasferita l’azione scenica, non più in un teatro, ma in uno stabilimento balneare degli inizi del ‘900. Tra cabine e ombrelloni, una sgangherata compagnia teatrale, scritturata per intrattenere i bagnanti con le loro farse, suo malgrado, è costretta a mettere in scena la tragedia di Pellico. Inizia la prova e i nostri poveri comici s’imbattono in un ostacolo per loro quasi insormontabile: la lingua italiana.
Risultato? Uno spettacolo dove si ride tanto e di gusto, pieno di gag, situazioni comiche e battute esilaranti. Una perfetta macchina scenica nella quale tutti i personaggi concorrono a creare una vorticosa spirale di comicità che trascina gli spettatori in un “continuum” d’ilarità e di divertimento. Coinvolgimento e buon umore è la miscela scelta per questo spettacolo e se è vero che ridere fa buon sangue… Ridere! Ridere! Ridere!.