sabato 21 luglio 2018 ore 21.15
Caltanissetta
Centro Polivalente Michele Abbate
Teatri di Pietra 2018
Sicilia
La Bottega Del Pane
Le Rane
Malincommedia sull’orlo del mondo
da Aristofane
regia e drammaturgia Cinzia Maccagnano
musica di e con Lucrezio de Seta
con Luna Marongiu, Cinzia Maccagnano, Cristina Putignano, Chiara Pizzolo, Oriana Cardaci
Le Rane di Aristofane sono una parodia della decadenza politica e culturale dell'Atene dell'epoca del 405 a.C., ma soprattutto una riflessione sul teatro e sulla vita morale e sociale. Protagonista è Dioniso, il dio del teatro, ma che qui non è più il seducente straniero delle Baccanti, bensì un patetico personaggio in cerca d’autore, un attore senza ruolo al quale avanzano battute tragiche che, fuori contesto, risultano penose e grottesche. Il ridicolo Dioniso, pazientemente guidato dal servo Xantia, intraprende il viaggio per l'oltretomba in cerca dell’autore che possa ridargli dignità, e con lui anche al teatro. Inizia così la Catabasi verso gl’inferi, dove non possono mancare gli incontri con Caronte, il portiere di Plutone, la Fantesca e molti altri personaggi, i quali appaiono come la copia deformata di una umanità bassa e volgare che abita il mondo terreno. Parentesi poetica è il coro di Rane della palude infernale che sulla soglia tra la vita e la morte, tra la realtà e la finzione, il sogno e l'incubo, canta cignescamente inafferrabili versi poetici, unico conforto dell’anima. Così Dioniso, sognatore ottuso e goffo, e il suo servo Xantia, il più furbo e lucido dei Sancho Panza, pronto a far “arricriare” il suo padrone, come il suo ruolo gl'impone, giungendo sulla scena mettono in moto il meccanismo del teatro. La scusa è ritrovare un autore degno di essere recitato, ma invece è tutto lì, in quell’Armata Brancaleone si inventa le avventure, il senso di tale ricerca.
E le Rane, cosa sono le Rane? Le Rane sono la poesia, che non si vede, ma è ovunque la si voglia evocare; sono la natura altra del mondo. Alla fine del viaggio ciò che conta è riconoscersi tra Rane e insieme intonare il bel canto che accompagni l’impresa della risalita o almeno che illuda i sognatori d’essere più vicini al sublime.
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